Nel prolifero silenzio di un silenzio gravido, fecondo
Oh, corpo! Per chi, o per cosa, ancora gemi – se posseduto dal respiro – e ferocemente lotti? Dì, per il mondo? Catturandone l’appartenenza vai, così, dimostrandoti alle tenebre, chiasso che non vede, non parla, non ascolta. Corpo. Legaccio d’una carne che di sangue, sporco, uscisti dalla terra, tra i cieli ancora informi e sotto…
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