Corrode l’attesa.
Inderogabile, tuttavia,
il collasso delle mura
nell’adultera città.
Come un tarlo
che brulica la notte
posso vedere l’uomo,
putrefatto nel suo ventre
per l’orgoglio di sua madre,
ed angeli, miriadi di schiere
che servono l’Onnipotente,
combattere senza sosta
con lo spaventoso canto da guerra
che accompagna il mio sonno.
Ecco, mi avvicinano,
sono forse ormai morto.
Non so se sono preda della paura
o se io sono la paura che v’è in me.
Grazia, ho trovato grazia
presso l’Altissimo,
m’ha ritenuto degno
davanti a tutti gli uomini
e innanzi ai suoi angeli
ed io testimonio la fedeltà,
ed io veglio sui tempi,
ed io sono colui del quale si dirà:
è stato rapito al cielo,
l’antenato dell’anno e di ogni profezia.
(05/03/2021)