La fanciullezza, questo rito che va ripetendosi da creatura in creatura senza che spazio la sovrasti, giacché essa ne occupa la propria dimora, in una veglia vergine, perenne, per quanto concerne il taglio abbagliante di ciò che l’uomo intende come sostanza e tempo di un amplesso interminato che avvolge quanto di più semplice e puro possa esistere: l’innocenza. O istante trasformato in sintesi della veggenza, fiore trasalito alle azzurrità che non ancora ci appartengono, quel tanto che ancora trattiene quest’attesa presenza equivale all’esatto dividerla per l’estremità consustanziale del tuo alternato essermi. Se amore s’immola io sono nella sua stessa salvezza.
(17/01/2021)