Essere. Lontananza in estasi,
frammenti di rivoli
che attraversano le curve dell’anima,
nuvola di un etere intatto
da risvelare come l’attimo mai ponderato al giorno.
Gli insonni lavano alacremente
i propri ordini, le gradualità delle abitudini,
le matrici ovattate dei controlli,
per sublimare la controffensiva delle lingue,
bui che penetrano le anestesie dei drappelli della morte.
Dormiente il fato che non vi dà conforto:
avanti, march. Rimbalzi di un greve passo,
adunate senza lungimiranza di memoria;
qui, dove il contatto si dona all’indifferente,
coesiste nuovo, nel cigolio lubrificato dall’aria deflessa,
oltre la svestizione umana della rinsavita coscienza,
il pianto depauperato delle cose ingenerate
sui lievitanti altipiani mietuti dal non ritorno.