Ogni forma è
del tempo.
Le inaudite traiettorie, il
volteggiare della tempesta
nell’immolato suono
generano la particella e il lampo
sui drenati rivoli simmetrici
alterati dalle innate cellule
straripate nella foce dell’immoto
per l’affermarsi
della bella stagione
la quale, nei suoi algoritmi atlantici,
atomizza l’energia che non deraglia
e la cosmogonia
nei suoi meno lattei fenomeni.