Nella simbiosi del difficile e dell’irrequieto
avverto ergersi la dinamicità della parola che,
seppur tacita,
l’attuale meridiana dei variabili spazi ingombra
coinvolgendo i sensi tutti, sul limitare della memoria,
al soffocamento del prospettico e dell’intuitivo
per l’affollata quiete che corre su queste labbra consunte,
quasi arse, dall’indifferenza della sete che non desiste
né si corrode. E ad anima slacciata e indenne,
come una pupilla evasa dalla sua stessa storia,
incorporeo m’innesto in coalizioni di trasalimenti
nei rivi strutti d’una consapevolezza immota.