«Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora!» (Gv 12, 27)
Sono intorno al buio, una necessità proclamata all’unisono dai cieli baciati dai cieli. Che cosa potrei fare, cosa dire e a chi se ho tanto amato da desiderare questo collasso emotivo abnorme che già mi pervade, che ovunque mi percuote, sin da principio, quando l’ombra del mio respiro non aveva necessità d’essere in quanto luce di luce, alveo, questa, della mia sostanza ingenerata? Cosa, dunque, dovrei respingere se la mia volontà è come un soffio che si espande docilmente dalla natura tutta del mio essere uomo al tuo silente afflato, alle tue carezze disperate, io che già temo e muoio proprio in quel respiro che non è più mio, adesso, ma del mondo tutto che abbraccio, con indicibile pietà, nella prossimità dell’alba?