Il dolore che molte volte, per erronea interpretazione e vasta, smisurata impreparazione della umana scienza, in vari luoghi e spazi è stato numerato, pesato e misurato, sta per compiere la sua manifestazione non solo fisica e verbale in tre tempi, lo stesso numero dei suoi reprobi volti moltiplicati per il nome che è al di sotto di ogni nome, nonché di quello delle tutte bestie. Questo avverrà affinché si compiano i fatti già descritti e conosciuti, derisi e dimenticati. Come molti saranno i travagli dei giusti così, come sabbia cancellata dalla gretta fame del mare, avrà inizio l’empia fine del devastatore. La seduzione sarà grande. Si snuderà, per i tanti, delle sue incantevoli vesti e ammasserà tesori nei loro ventri assieme alla sua falsa bellezza che coprirà l’ammuffito frutto di numerosi alveari stimolati ovunque dall’appetito sfrenato delle lingue adagiate sull’ancora fertile seno del miele. Anche coloro che si ritenevano tra i più saggi cadranno vinti ai suoi piedi immondi e comprenderanno il primo volto del dolore: l’abominazione. Poi sarà il dominio dell’aria a prevalere sulle regioni terrestri. Ogni uomo dovrà saggiare l’enorme potenza messa in atto dai militanti delle singole legioni che operano sotto gli scudi delle tenebre. Chi riuscirà ad intendere quale è il numero inverso della legione che pluralizzerà il singolo atto bellico certamente saprà scostarsi ai tempi dal secondo volto del dolore: la desolazione. Quanto alla concentrazione dei tempi del tempo e della sua metà, chi potrà ergersi nella esponenziale crescita della fuga, in movimento atavico e preadamitico, tra gli esseri che compongono la globalità della volontà creatrice da sottomettere alla creazione della identica volontà? Non è dato di sapere, perché è il compimento dei volti e dei tempi: la rinascita e la morte. Beata la misericordia.
(08/02/2022)