Ecco. Chino sul tuo bacio,
come d’un figlio in fasce la madre,
veglio sul mio turbamento
nell’andirivieni dell’età.
E ancora. La speranza, il petto,
l’inesausta carezza
e la parola
in un annoverarsi di giorni
entro i quali coniugherò
ad ogni vite il tralcio
e al mio principio il fine.
Poiché ecco. Chino sul suo bacio,
come d’una madre nel dolore il figlio,
non io riposerò nel suo spirito
ma della passione la gravidanza –
a ingiovanito seno per la tua luce –
membra di una disvelata primavera
nell’inviolabile trascendenza della vita.
(13/04/2022)