Non accreditatevi coi rebus dei fanfaroni. C’è già chi se ne cura. Indite piuttosto una regola, un fosco limite di piazza per un glauco stupore da città. A vincere saranno sempre loro, con quelle labbra imbellettate e pronte all’uso dotate di una lingua tutta in uno, bacio su di un fiorellino all’occhiello che macchia la giacchetta di chi proprio non può più fare a meno di utilizzare la sempre meno insolita cravatta. Guai a chi contraddice un solo istante dei loro eccessi: come ombra che dilegua dietro i passi di chi morte nutre al cuore non solo per millanteria o galateo psicotico così il grugnito che petto rade e sonorità implode quando a plumbea notte si tenterà di colmare il vuoto riprodotto sanando il gap non riconoscibile. Bisogna essere uomini. Tenere salde le gambe e alta, al cielo rivolta la testa. Insegnare a vivere, questo vi spetta. La regola.
(01/11/2022)