Ritornerò alle tue sudice labbra
come una smarrita scrittura
e intenerirò perfino le tue viscere
quando riconoscerai
da quale direzione
proverrà il vento
della grande inflorescenza dell’essere.
Alzando gli occhi
con nostalgica meditazione
tu alternerai al sorriso moribondo
uno sterminato pianto
e non proverai,
ciononostante,
alcuna pietà per le tue creature.
In quel giorno,
a causa tua,
le fondamenta della terra
verranno meno
dagli occhi dell’infanzia violata
e dimenticherò
lacrime e lamento delle madri
che hanno appoggiato
il tuo capo e le tue membra
sui letti di aloè e cinnamomo
porgendo ai tuoi piedi
stagnanti altari di polvere
macchiati di mirra.
Nessuna cerimonia funebre
sarà ricordata
e chi si batterà il petto
per la tua causa
comprenderà di essere
la radice insecchita
di una terra bruciata col sangue.
Come il seme che il grano rigetta
e come il vitigno
che re-flussa il suo frutto
così la mia mano
non accetterà contese su di te
di alcun genere
poiché soltanto io
sono la condanna
della tua transumante condanna.
Latra pure
per ciò che resta
del tuo ansimare senza ritorno
e dai tuoi capezzoli usurati
dal cattivo e ingordo ricordo
riversa l’antico frutto
della tua velenosa ebbrezza
nella coppa arrugginita e seducente
che già da tempo ho preparato
per chi osa poggiare il suo capo
su di una sedia imbottita di poteri
che non io gli ho preparato.
Una sedia,
tra le mille e mille sedie,
frequentata da troppi crani interrotti
e destinata ad essere
il definitivo sepolcro
di una pianta
dalla storia carnivora
pronta ad essere imbalsamata
tra l’aloè e il cinnamomo quando,
nell’impeto estremo della mia collera,
per un istante lascerò smarrire
anche i cieli che sovrastano i globi,
e le luci e le acque,
i nomi e le parole,
e a devastata genesi
mi unirò col mio spirito
alla germogliante natività dell’amore.
Mangiando del mio pane
il suo rinnovante seme
e senza aggiungere gioia
al traboccato dolore
io avverrò
come un bambino slattato
tra le braccia di sua madre,
Gerusalemme,
figlia e canto di ogni mia battaglia
e anelito primo ed ultimo
della mia insaziabile eternità.
(30/11/2022)