L’arsura che in petto vi muove la bava scialba, dirimpettaia dei vostri stessi progressistici amplessi, ha l’appassito gusto della lotta di classe, del sopruso di potere. Violenza è il seme orrido che fuoriesce dalla sua sostanza, infecondo e miserabile, che mai riesce a giungere nell’utero della libertà del cuore, o fiamma che sostieni la regola della luce e scomponi la trama infida delle tenebre. Ecco, dice il Signore degli Eserciti, scateneranno fiumi, all’uomo pure sconosciuti, i provvidi elementi e saltelleranno come arieti e tori le acque dei mari per diventare tempesta. Bruceranno monti, nelle loro fondamenta, dinanzi al chiasso delle meretrici e all’orgia dei ladri, per opera del pianto delle rondini e delle cicale. In quel giorno, dice il Signore degli Eserciti, tutti i bambini alzeranno un lamento verso le madri presenti presso le sabbie mobili abitate dai rapaci più anziani e le parole cantate avranno il colore del diaspro e del corallino quando l’elettro produrrà, per la giustizia di tutte le giustizie, la glorificata potenza della mia folgore. Ecco il dove, magnificata ogni mia formula, dice il Signore degli Eserciti. E i tempi, che accanto mi giacciono e che vi sono di poco avanti, mi sono testimoni.
(21/04/2023)