La dissolvenza sembra fibrillare nella conca viva del più aggraziato distacco, uomo che ovunque sé medesimo sperde in minutissime, innumerabili e contemporanee particole di accelerante memoria. O umido quadrante bluastro di questa insigne atmosfera immobile, in te la componente aritmetica che bissa il tempo nell’altrove degli spazi si liquefa nel più gravido accenno ultrasonoro di sì errabonde spontaneità per la definitiva coniugazione dell’essere coll’evento governante di un’esaltazione ormai estranea ai fasti mercenari della gloria dei simili. Simili che vanno scomponendo il loro ultimo fiato sui petti dei fiumi silenziosi nella pacifica vallata, lì dove l’anima mia coltiva la sua rosa colorata di maggio e di sangue.
(03/05/2023)