Abbiamo udito piangere ancora una candela mentre lacrimava terrore e sangue e ci siamo voltati verso le distrazioni più ampie. Chi placherà le sue doglie, figlie di un parto assassino, se la compassione ha preferito abbandonare i viventi per andare a dimorare sulle moltitudini delle tombe senza nomi dove ancora si canta e si balla tra le libagioni floreali delle ombre? È vero. Ovunque si muore. Ma non basta. Non basta. Occorre ideare altri innovativi, folli mondi, che facciano distrarre i cuori, destabilizzare le masse, affinché al potere dei tanti cimiteri vaganti possa succedere definitivamente tra gli uomini l’inquieto vivere. Domani ci sederemo su quella stessa candela affinché la sua luce non disturbi i nostri già provati occhi. Sarà tardi. E intanto il mondo beve e ribeve il calice dei nostri lutti seminati a metà.
(25/03/2024)