I tempi sono andati che ne sono già venuti di nuovi. Moti costanti, indiscussi, saziano di luce prima perfino la calura nefasta che progressiva investiga sulle superfici belligeranti dei popoli. Ad astringere le acque non sono i ribollii delle isole, delle masse deformi oltre i loro linguaggi accorpabili: è la stessa epoca, con la sua pesca irragionevole, a determinare il collasso delle identità collettive sotto il predominio della caotica iracondia. E trascendono parole, opere, tra i muri esausti della longeva dipartita del secolo, dalle impalcature manomesse dai dirigenti del chiasso, padrini a tempo pieno delle più nevrotiche macerie. I tempi sono venuti che ne sono già andati di nuovi. Moti gemellari per una manifesta azione della luce cosmica oltre qualsiasi diluvio torrido inaugurato tra le velenosissime fiamme sismiche.
(24/06/2024)