Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?
Fate dunque un frutto degno della conversione.
(Mt 3, 7-8)
È notte. Non una di tante. È la notte nella quale sei accusato, o uomo. Di rapine, di omicidi, d’infamie vai contaminando il mondo, un mondo che solo lessicalmente ti appartiene. Hai la bocca sporca di sangue e con questo sangue pieno di frodi, di spergiuri e d’inganni ti lasci approvare, a pieno delinquere, dai tuoi pari. Ma questa non è la storia. Tuttalpiù sarà la tua, lì dove ritieni potere ciò che non è altro un frutto macero del tuo pensiero. Sì. C’è ben poco da aggiungere tra le tenebre clandestine: ecco, latrano i cani e tacciono i bambini. Anche questi hanno compreso che si dissiperanno le ombre, presto, e che non mancherà loro la mercede promessa ai giusti. Per te, che sei l’incarnazione del reato, non luccicano stelle. E mentre calpesti la dignità e i diritti di chi ti è stato reso simile vai dimenticando la tua natura umana, figlia del sonno e del piacere, di te vantandoti. Sei un soffio di vento, ardi come un tizzone, l’ultimo tra i fiori di campo: il vento va e più non torna e secca il fuoco, s’accende la tempesta del mezzogiorno e come erba avvizzisci senza lasciare memorie. La parola del Signore, invece, si compie, si adempie e resta per sempre. Egli, nel tempo della condanna, annienterà il male col solo anelare della sua onnipotenza. E in questo tempo di ira lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa(1).
1. Sal 110, 7
(02/07/2024)