I baci, i baci.
Non per dilungarli al mondo,
no.
Essi sono
la prosecuzione di quell’appartenenza
che in noi divenne vita
prim’ancora che presenza,
in rappresentanza massiva, coesa,
dell’essere tutto che ci esprime uniti
e che unico ci pervade.
Dilatando spazi di pensiero
e onde di sonorità
che dentro noi sorgono vergini
andremo riconcependoci ancora,
nell’appercezione
di quell’insieme sovrannaturale
che ci vuole di noi stessi eredi
e lontano,
ben lontano da qualsiasi contaminazione
con le regioni glaciali
e con i tempi delle tenebre.
E quando la nostra gioia sarà colma
vedremo crescere i nostri baci,
i nostri baci,
come tanti germogli,
una discendenza infinita a questi occhi
che adesso vanno
gli uni negli altri sussultando di vicinanza,
di conoscenza, di rappresentanza,
di appartenenza.
È questa la volontà nostra,
dell’essere tutto
che unendoci al suo insieme
di espanso amore ci ottiene
e ci pervade.
Non per dilungarci al mondo, no.
Tutt’altro.
Ma per divenire rugiada
su di uno stesso fiore
nella fotosintesi dell’atomo e dell’attuale.
(23/07/2024)