Non tacerti,
sia la tua parola ultima
ultima del tuo e suo stesso principio.
Sii tu la novità del suo parlante parlare.
Dalle luce, insomma,
instaurala nel verbo che l’io detiene
rivelandola alla vita.
Non di meno, non di più:
separala per congiungerla,
distaccala per raggiungerla.
Creala in luogo del tuo divenente spazio.
Tra l’incomprensione compiuta
e l’incompiuta comprensione
per abbreviarla d’assoluto.
Parlale di te come se stessi parlandole io.
E in tempi di tempo la verità,
ecco che la verità si costellerà per essa
nella sua tenera rivoluzione semantica.
Non tacerla,
sarà l’apocalisse ultima
dimorante nel suo intimo possederti.
L’anima fenomenologica del tuo stesso principio.
(08/10/2024)