Accusa, accusa i tuoi giorni

“Accusate vostra madre, accusatela,
perché lei non è più mia moglie
e io non sono più suo marito!
Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni
e i segni del suo adulterio dal suo petto;
altrimenti la spoglierò tutta nuda
e la renderò simile a quando nacque,
e la ridurrò a un deserto, come una terra arida,
e la farò morire di sete.”

(Os 2, 4-5)

Accusa, accusa i tuoi giorni, nel bivio del respiro che hai da trapassarti, quando l’ombra si fa breve nella visione che hai della via che ti guarda, adesso, che ti morde. E impediscili senza dimenticare le tue notti, nel bivio del respiro che hai da trapassarti, quando anche la verità sembra corrompersi nell’arresto più anomalo, in un silenzio elastico che lo beve. Sembra forse questo il passaggio dei beni e dei mali, delle ricongiunzioni e dei distacchi, della salvezza e dello sterminio? È la Pasqua. Ti osserva da un minareto di miele e di panna mai costruito, perché mai crollerà. È edificata sulle fondamenta della parola. Con la sua voce spinata viene a convocarti. Sangue su sangue, carne su carne, anima su anima. A elaborato sintomo, è così totalmente esaminata ogni secretata miseria. Ecco. La vita scende tra i suoi campi a vendemmiare l’acino maturo e quello acerbo, prima di separare i pruni e i rovi dal seme e dal frutto. Essa è come un contadino che ara la sua terra, la quale gli deve ancora il cento per uno, mentre muta la sua vanga in una falce. Ti metti di traverso. Adesso sembri quasi trincerato nel tuo vile assieme mentre dal tuo vergognoso precipizio, umanità rovinando, qualcuno già sta rimescolando i giorni, contando le notti, senza considerare affatto le ombre, le tenebre, di dura crosta e dal sapore amaro, breve. Eppure il tempo. Non smetterà mai di stupire, il tempo. Hai mai avuto l’idea che la luce ti guarda? E se fossi tu, se fossi tu a guardare la luce da domani, da quel domani che la luce non guarda? E l’arresto anomalo, il silenzio elastico che lo beve, in tutta questa plenitudine artificiale che sorride al nuovo incarico del tempo, del tuo tempo, preda di una tradita pietà che non ti concederà alcun scampo poiché hai attentato la vita, e tutto ciò lo hai commesso con la sua parola tra la tua mano e le tue labbra, sulla via della verità. E la sua voce, come l’eternità, non è mai di passaggio.


(28/12/2024)