Ad aperte dita sul respiro che ancor si muove pur di rattenere in grembo la vita che si spegne. E donna è il mio dolore oggi, donna come una rosa che non più fiorirà nell’atteso paese di maggio per allegrare dei bambini le feste, occhi sguainati e persi nelle periferie di quei cuori ai quali, d’improvviso, la pausa è stata violata per la necessità d’imbiancare i sepolcri mancanti e certi con la crudele fiaba dell’avvivata innocenza.
(14/03/2022)