Conviene così. Stare distanti come nemmeno la geografia, nei suoi stoici manuali di letteratura da confine, costituisce e insegna. Al largo, molestati ciononostante nei bacini triangolari delle onde perverse, traghettati nel talvolta e presto da sovrana ingiustizia e da sorella indipendenza, sempre più allontanati dalle occulte sabbie di chi terra e melma sull’altrui dorso spalma pur di rendere all’urna non cenere ma pelle. Così accade. Non pane, non acqua, bensì un piatto trasfuso di sangue troppo spesso illibato, vergine, su quel legno che fa da unica sponda verso la morte della dignità e dei diritti a favore di chi alza il suo stendardo di fraudolenta pace con l’asta della solidarietà, questo imbarazzante gioco di paese che putrefà mari e oceani, patrimoni di una umanità scolpita malamente coll’offesa mano della torturata speranza.
(14/11/2022)