All’essere che in tutto mi principia e mi completa
Vivo nella forza che mi appartiene e che sempre mi è pari. Eppure essa può apparire, all’essere che in tutto mi principia e mi completa, fuggevole se non addirittura estranea. Proveniente da bagliori antichissimi, da gioghi gravitazionali assai distanti e da estratti temporali lontani all’oggi, debbo considerarla, tuttavia, come la manifestazione non soltanto immateriale del tuo essermi accanto, introduzione epifanica ad un possesso mai frazionato di ogni mio istante. Come in questo anticipo di spazio, ancora privo di moto e di specie, nel quale accorrono forme di energie arcane sempre nuove, compresenti, affinché diventi io stesso pieno, l’altro, incarnato nella prosecuzione di una realtà identica per durata e battito alle euforie di luci, di colori, dinamizzate per non estinguersi mai tra le binarie trasmissioni sinaptiche in noi corteggianti la sostanza unitaria e immutabile dell’eternità la quale ci trasmuta, ci consolida e che, producendosi, ivi ci riproduce.
(16/08/2023)