Amore. Cantarlo è diventato una condanna
Dovremmo unirci
alla vittoriosa voce
che detiene colui
che ci ha
prima di tutto amati.
Essa fu dapprincipio
nella volontà creatrice
che inizio diede
ad ogni creatura e cosa.
E senza dubbio alcuno
fu già nostra.
Nostra
nel sopraggiungere degli anni,
dei tempi che trascorsero
tra di noi come nunzi
dei più fecondi avvenimenti,
i venuti e i prossimi.
Ecco.
L’umanità si lascia spalmare
come un capriccio
sulla bocca di troppi.
È questo il dramma vivo,
nemmeno celato,
che frappone
il desiderio di giustizia,
la volontà dei popoli,
a una babele di cenere,
di carne.
È vicino il tempo nel quale
sette donne
si lasceranno traviare
da un solo uomo
ed ognuna concepirà
la propria maledizione,
plagiata dall’idolo
che da solo incarna l’invidia,
l’orgoglio, la sete di potere
e la gelosia.
Questo avverrà
perché hanno confidato
nelle opere loro,
dei loro aguzzini,
nei loro propri simili, quindi.
Amore. Cantarlo
è diventato una condanna,
a questo mondo.
Sia condannato il mondo,
allora,
sia condannato il codardo.
Noi continueremo,
a spalancato cuore,
a unirci alla vittoriosa voce
di colui
che ci ha prima di tutto amati
e saremo la sua umanità
spalmata come rugiada
sulla sua bocca,
semi della sua volontà creatrice
sparsi tra le regioni celesti
come ali degli angeli.
(26/06/2024)