Analisi sull’involuzione socio-cultural-politica
L’involuzione sistematica dell’intelletto umano, sorto e provocato tendenzialmente per soddisfare interessi personali di coloro che avevano probabilmente ideali di falsa borghesia, sta sfociando nel disfacimento globale della civiltà.
Il progresso avanza con un prezzo inaccessibile solo perché mosso da un sistema mediocre, fallibile. Continuare in quest’opera e anche solo appoggiarla significa falso moralismo, ignobile conformismo al male inteso come malato, dittatura senza ideali (naturalmente ogni dittatura è detestabile e disumana).
Non fascismo né nazismo. La storia, suo malgrado, spesso non insegna e se questi erano da aborrire ciò che viviamo oggi è ben peggio.
Col crollo dei diritti civili del cittadino, al manipolato circuito industriale, dal bellico e via discorrendo (per intenderci i fautori dei profitti economici primi ai vari paesi), tutto è permesso.
Si perseguita l’incolpevole e, quasi sempre, senza processi (poiché il giusto non è processabile di fronte ad una giusta corte), si passa dall’istigazione al suicidio alla repressione, dalla tortura fino a giungere all’omicidio.
Il concetto di prigione nacque sul diritto di “sorvegliare e punire”1 coloro che avevano infranto la legge.
Oggi quel concetto è stato esteso anche alla società cosiddetta libera giacché questa è gestita alla stregua di una prigione.
Nel 1789, con la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, il concetto di libertà si stabilì grazie alla classe politica di allora.
Sono passati poco più di due secoli e coll’avanzare del progresso, nel falso nome della salvaguardia della collettività, l’uso esteso di telecamere, l’inappropriato e illegittimo utilizzo dei satelliti, etc., hanno ristretto drammaticamente il primo diritto di ogni essere umano, talvolta cancellandolo addirittura, impossessandosi di un potere improprio e, addirittura, concedendolo ad alcune realtà, come quelle mass-mediatiche.
L’uomo ha dimostrato, così, i suoi limiti e il progresso lo segue.
Il controllo esteso dell’umanità, gestito da un organizzazione simile ad una piovra, ci sta lentamente portando alla putrefazione morale, sentimentale, finanche all’esteso inutilizzo della parola.
Il nuovo mondo, che tanto si prospettava, è prolificato. Le persone sono felici della loro ignoranza, della loro dipendenza, e sono sempre più sottomessi ai mass media (primi schiavi e destabilizzatori di masse, simbolo della regressione d’ogni civiltà fin qui evoluta).
Ovvio pensare che un sistema globale, dato il suo raggio d’azione, sia prepotentemente instabile.
Non possiedo gli strumenti adatti per esaminare il processo d’involuzione che attanaglia cultura-politica-società dalla rivoluzione industriale al dopoguerra.
Certamente oggi viviamo una dittatura diversa da quelle vissute fino al 1968.
Essa genera lager ed a sua volta è schiava del suo metodo.
Chi la sostiene deve essere consapevole di appoggiare la fine dei suoi figli e di partecipare alla distruzione del mondo in prima persona.
Se l’uomo non è padrone del suo intelletto e non ha diritti civili, nonostante le varie costituzioni, le alleanze transatlantiche che invitano a cooperare per la libertà (vedi logo Onu), se tutto ciò continuerà, ritengo che il terzo millennio, molto probabilmente, non giungerà alla fine.
Essendo il globo per l’uomo, sta velocemente venendo meno il pilastro madre che lo può tenere in vita. Infatti esso è un moribondo e i suoi assassini guardano solo a questa vita, la loro.
Chi è da processare?
È giunta l’ora di pensare.
L’ora di riflettere.
L’ora di cambiare.
È l’ora di salvare il mondo e di testimoniare per esso.
Note:
1. Michel Foucault, Surveiller et punir. Naissance de la prison, Gullimard, Parìs 1975
(Scritto tra il 2005 e il 2007)