Aurora di mezzogiorno

Come l’amore immenso
che doma le energie,
le forze, le alte schiere,
le sfere basse, le terre tutte,
i mondi.
È una luce.
Una luce
che sogna la sua luce
per abbracciarsi al risveglio.
Siamo noi, dimmi,
siamo forse noi in quella luce?
E del risveglio, dimmi,
siamo forse noi quell’abbraccio?
Oh, quanto ti lasci sognare!
Un sogno dal quale
si dispiegano i miei atti,
gli eventi che mi attendono,
e tutti quegli elementi che agiscono
come un tuo snudato braccio
sulla realtà e su ogni sua natura.
E il tempo, nei nostri anni,
è come un vaso che si lascia plasmare
dai movimenti degli spazi
sempre più profusi
e che a loro volta
modelli tra di noi
con la perfezione che crea tutto
e che tutto rinnova.
È piena la mia anima della tua grazia,
come ne è piena la terra
che da arido spiro
ravvivi col tuo fertile soffio.
L’attesa.
Il mare potrebbe insegnare all’uomo
quale vantaggio si trae
dalla tua attesa.
Come il cielo bacia l’onda
e l’onda bacia la sabbia
in un andirivieni
di movimenti e di pause,
in un viavai di quiete e di tempeste,
tra giorni di caligine e notti di stupore.
Ma tu sei.
E nel gioco dei fenomeni
ti elevi oltre ogni armonia
e ti ricrei sempre
poiché in te sussiste
l’anelito della perfezione.
Sì, tu sei quel fascio di luce
che vigilia la mattina;
sei la più matura tonalità dei colori
che ottenebrando l’oscurità
risveglia il giorno.
Oh, per quale abbraccio!
E dimmi,
sono forse anch’io in quella luce?
E del risveglio, dimmi,
siamo forse noi il sogno?
Oh, quanto ti lasci cercare.
Se io fossi amore tu,
tu saresti immenso.
Immenso
come questa aurora di mezzogiorno
che va penetrando l’anima mia
nel suo intimo ritorno
e che doma le energie,
le forze, le alte schiere,
le sfere basse, le terre tutte,
e i mondi.

(31/05/2024)