Sulle labbra di chi si ama è assisa la tempesta
Sforma lieve il nottambulo labiale della bestia il tirocinio del baccano mai estroverso che la rattiene al muro incestuoso di un’ombra fucilata chissà quante volte dal mimico oltre-andare del fatidico usignolo accampato di là, nei cieli della ressa. E tarda intanto, tarda l’ora nel suo assieme limbico, eterogeno e fantastico: sinfonia che smagrisce l’attesa e…
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