Betzaetà

Ore fracassate, a frastuoni,
come una moltitudine di oggetti contenuti, esiliati,
nella vasca dall’acqua sgraziata, dal colore nero e poderoso.
La piega della meraviglia scoccherà per ben due volte,
domani l’altro e il presente d’oggi, l’assimilato,
quando il crepitio dell’assioma, che pure tende al vivente,
comporrà con inerzia mai muta lo strabismo dei soli
dentro il corpo che previde, oltre il nostro ascolto,
un per sempre umano ed un oracolante mai disumano.
Il tempo tornerà copioso e libero, ricomposto e melodioso,
e chi dentro vi camminerà farà udire
non la propria voce bensì
del timbro della nube
il roveto antico e l’amata sua bella compagna,
la sua promessa storica, la sposa, la sua sposa novella.
La luce lavica del vento.

(16/01/2020)