L’affare più grande
Se l’affare più grande è la morte, quest’oggi, anche la morte, quest’oggi, fa l’affare più grande. (04/01/2022)
Se l’affare più grande è la morte, quest’oggi, anche la morte, quest’oggi, fa l’affare più grande. (04/01/2022)
L’epoca ci vive. Come un ricordo, che noi viviamo, inconsapevole di non essere più ricordato. O epoca, o epoca. E noi ti viviamo affinché mai più, dunque, tu mai più possa essere ricordata. (04/01/2022)
L’odio è annoverabile come una personalità incancrenita dal suo disturbo più malvagio, traducibile in troppe circostanze nella paura di perdere il controllo del potere. Il potere si definisce in manifestazioni d’amore attraverso le quali si concretizza la primavera dell’anima. L’odio, invero, è la complessa esibizione della bruttezza, del macabro talvolta, che rende l’uomo indegno di…
Mondi agonizzanti, luoghi dispersi di parole vuotate della fragranza d’essere – ove il distacco dalla luce non è una allocazione di una memoria preservabile bensì una teoria secessionista della scienza, – roteano intorno ai professionisti del terrore che rendono inerme quel popolato “noi” annesso ai loro plagi celebrali tra le apostasie di anime grette di…
Utopia ermetica dal lascito senile, sei vegeta e ti rinnovi (in un silenzio millenario sorto nell’aggrumarsi delle sempre più futili contrazioni di un codificante utero maschile macchiato dai lamenti delle ombre, entro il vento insorpassato del dualismo stretto nella pausa, suo giovanissimo suddito e abduzione del principio). (01/01/2022)
Oh bacio delle tenebre che non prospetti logiche, limite insperato che in seno al suono non mitighi il reo tonfo della metamorfosi civile: in te soggiace il fenomeno fetale di un’asfissiata storia slattata dallo spettro atomizzato dell’ignorato e del confino. (01/01/2022)
È non più frutto, tantomeno fine, velleità del seme che seco ne vien meno. Violenza interminata che l’uomo duole per i drappi sospesi nelle recrudescenze delle grevi anime a causa delle disparità di opere, di genere, cromosomicamente confuse tra le riesumate arrendevolezze di spiovute epoche. (01/01/2022)
L’io epifenomenico, questa specie ineffabile, sempre più verbale, nella diatriba iconica delle natività, – che dovrebbe ottundere la deleteria ritmica delle ombre ravvolgenti le oscillazioni umane della parola, nel percorso della sua crescita -, svezzerà la creazione del vero nell’immutabile sostanza di esponenziali rivi di voci? (01/01/2022)
Il presente conguaglia, nella gerarchia genetica delle parabole, la deducibilità dell’avvento per l’incomprensibilità imminente di congiunzioni eteree tra gli elisi bagliori di glauche assenze negli opposti estremi della lontananza. Se ad anticipare i passi della bruna pace non vi sarà l’avvocata essenza a penetrare i nuovi mondi con le verdeggianti vallate dell’anima, come mai potrà…
Continua la lettura “Tra gli elisi bagliori di glauche assenze” »
Di eguale al numero nulla che simili se stesso. (01/01/2022)