Un bagliore breve, antropomorfo
Un bagliore breve, antropomorfo, scuote i pollini nuziali d’una stagione che non c’era. È l’atto superbo in decomposizione, come il rantolo di un grillo nel pianto sonico della mandragola.
Un bagliore breve, antropomorfo, scuote i pollini nuziali d’una stagione che non c’era. È l’atto superbo in decomposizione, come il rantolo di un grillo nel pianto sonico della mandragola.
Del gravido accenno tra balbettate orbite ad una logica impenetrabile contristante attesa e travaglio ne recepiamo il fine deteriorato dello stesso suo impegno, prologato in affabulazioni taciturne di lumi asettici e fuorvianti, quando a criptare la pace introiettiva nella ricostituita frazione umana dell’attimo è il simbolo in feto alla dislessia di un subordinato sguardo {ipnotica…
Continua la lettura “Nella ricostituita frazione umana dell’attimo {§}” »
Mente, la cupola che ti ha collocato dei cieli metrici nella inversione aritmetica oggi, in questo futuro senza tempi nel quale neanche l’io sovraintende, non l’idea sopravvive, che dei tuoi flussi eterei eresse la dicotomia dell’abbondanza, né la sopraffazione del pensiero, a favore dall’aurea concezione dedita in ogni manipolante prisma a suffragare il savio potere…
Andare, affannando d’altrove in petto l’alba masticante i nostri passi, nei rumori flessi giù nel ventre atomizzato per la caotica natività. E questo è il dovere del suono, che mai s’interpone al motore catartico della temporalità nel movimento atipico dei suoi nomi. Adagio, lavorando i luoghi nei crepuscoli epici coadiuvanti le nostre atmosfere, costernare gli…
Continua la lettura “Nel ventre atomizzato per la caotica natività” »
Essere. Lontananza in estasi, frammenti di rivoli che attraversano le curve dell’anima, nuvola di un etere intatto da risvelare come l’attimo mai ponderato al giorno. Gli insonni lavano alacremente i propri ordini, le gradualità delle abitudini, le matrici ovattate dei controlli, per sublimare la controffensiva delle lingue, bui che penetrano le anestesie dei drappelli della…
Continua la lettura “Oltre la svestizione umana della rinsavita coscienza” »
Fuggiasca, la risonanza, nello spazio del suo istante, annichilì nel piacere dell’amato. Espansione sensoriale a tre livelli. Il petto parallelo, che nella sua volontà casta definì il piacere per la conoscenza e l’idioma della bellezza nei succursali ricongiungimenti dell’essere, con l’abbondanza del suo frutto raffinò l’anima dai due volti mondati nelle loro asimmetrie apolidi, statiche….
La frazione del viverti che mi scuote il tempo irrompe nella difficoltà del nulla e dell’ovunque. Obnubilazione semantica: di premura silente, investito dai selettivi fotoni nei tuoi quanti di luce, ordisco la trama dell’essere alla dimensione del simile per confermare l’onda d’urto che, occultando le anomalie goniometriche degli angoli resi fragili per interferenze visuali, comprime…
Continua la lettura “La frazione del viverti che mi scuote il tempo” »
Che l’uguale all’essere, poi. L’immediato, come chi ne bevve dal nitrato d’idrogeno. È la piena d’estasi, completata negli stadi uniti del cosmo e incappucciata tra i morbi celebrali derivanti dalle calunnie mai bypassate dai mondi coibentati dalle orbite in escalation. O fame archetipica degli elementi, chimica e fisica tracotanti nell’orgasmo immateriale dei fenomeni: la vertigine,…
Continua la lettura “L’immediato, come chi ne bevve dal nitrato d’idrogeno” »
Più nulla tace. Soltanto noi, a soprassedute acque, sui fronti grondanti le umane rugiade che la sabbia estende col suo moto naturale, perduriamo allo spazio incredulo e infecondo scandalizzando, con inerme coraggio, la rigida cultura dei suoi crimini. Il petto, che di sangue allieta i nostri corpi e che si è reso vivibile all’aerea visione,…
Continua la lettura “Ritti nell’iconoclastica devastazione del genere” »
Che sia l’evento a rendere meraviglioso un traguardo o viceversa? Indubitabilmente l’esistenza impone i suoi affollati travagli, tanto da poter afferrare un concetto che apre i nostri orizzonti al consolidamento dei fenomeni. Concepire, atto derivante da un insieme di logiche dal crepuscolo naturale, è un dovere non solo morale. Siamo il frutto di una duplice…