Come?
I segni? I prodigi?
Altro, forse.
Va terminando il viaggio
di una scienza che nega,
incauta,
l’evidenza.
E il cielo, la terra…
Tutto si riconduce a lui,
all’uomo,
e a quel graffio malato
che gli tossisce nel cuore,
putrefacendolo.
La parola tace?
Non racconta questo il silenzio.
Già.
Evoluzione di alta specie,
sapiente,
sommariamente bestia.
Eppure non sente, non ode,
dunque non apprende.
Crede, tuttavia.
Con ferocia egli crede in se stesso
con assoluta fermezza e,
plagiato com’è dal suo peggior nemico,
inciampa sull’ulcerosa lingua delle tenebre
la quale non è soltanto seme
di un eveniente scomodo,
ma l’inizio totalizzante
della sua imperdibile occasione d’inciampo.
Non teme l’anno,
tantomeno teme i suoi riscontri
e i suoi verdetti.
Mentre l’anima sua
è ormai ubicata
nei frammentari segmenti
dell’odio e della perversione
egli non sa,
non sa di aver scavato
la fossa meglio radicata ai suoi giorni
per la compiuta civiltà:
evoluzione di alta specie,
sapiente,
sommariamente bestia.
(10/12/2024)