Presto, voi che
cercate il mio volto, dice il Signore,
sarete tutti consolati
dalla potenza del mio Spirito
quando vedrete, a nudi occhi
e a rimarginato cuore,
la mia gloria piena penetrare
come un immenso fascio di luce
negli alvei delle anime vostre
che riservai per la conquista
del nuovo giorno.
Meraviglia dei popoli,
sarà quello l’istante nel quale
perfino le pietre mi ossequieranno
tra le innocenti risa dei bambini
i quali non si stupiranno
di tutto ciò che perpetrerò
contro i malvagi governanti
dei popoli che non io,
non io ho posto a capo
delle nazioni.
Le serpi coltiveranno i miei vitigni
con meticoloso fare,
con un portamento onorevole, nuovo,
e gli avvoltoi si ciberanno
delle urla dei crisantemi e dei cinghiali.
Ogni uomo, in quel tempo,
verrà chiamato col suo nome antico,
con quel nome per lui pensato
quando l’albore della creazione
era posseduto
nella stupenda natalità dell’Eden.
I miei figli non avranno più fame,
saranno dissetati per sempre
dalla luce vera del mio amore
e godranno di una felicità perpetua
sbocciata solo per loro.
Non concederò alla morte la morte,
al dolore io rifiuterò, per i miei eletti, ogni età
e né il sole, né la luna, né le stelle,
nessun universo, quindi,
sopravvivranno al mio volere
poiché, come la mietitura provvede
al suo raccolto e viceversa,
come stabilito da principio
io creerò cieli nuovi e terra nuova.
Le madri che credevano
dispersi i loro figli
abbracceranno il frutto del loro
fertile amore
tra la rinvigorita gioia dei padri
e il Tutto sarà
in tutti coloro che hanno conosciuto
disprezzo, oppressione
e ingiustizia di ogni genere,
e soprattutto per i caritatevoli,
i misericordiosi e per coloro i quali
hanno abbracciato la fede, fino alla croce,
senza mai lasciarla e nel mio timore.
Ecco. Io sono alla porta.
Busso. Chi ha vegliato per me?
Chi spalancherà il suo vergine cuore
con lampade colme di speranza e di bontà
alla mia voce, alla mia passione, alla mia volontà?
Giuro su me stesso
che servirò ognuno di questi miei figli,
lì porrò a capo del mio tavolo
e inaugurerò per essi una festa
che non avrà mai fine.
Consola, consola il popolo
che cerca da sempre il mio volto,
pupilla svezzata dal canto dell’aurora,
e ad esso mostra con fervore
la mercede promessa.
Sì. Farò di te la mia compagna,
la mia sposa, la mia gioia,
popolo mio,
mio prode virgulto e anelito di regalità,
nella dimensione ultima e prima,
a stagione eternata e perfetta,
della mia piena gloria.
(10/08/2022)