“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Mt 24, 35)
Non avremo noi, forse, quella fame del mondo che avvampa nei bisogni di tanti, oltre i desideri dei troppi. Come un fiume che non traccia le sue direzioni, che letto non scuote e che permea l’espressività della naturale sua potenza, andremo liberi da qualsivoglia schiavitù della meccanica perspicace di un progresso all’apice della sua fallacità non per bissare atti estemporanei, né opere che mai ci appartennero. La parola sarà la prima testimone del nostro passato, del nostro futuro, in questo costernato presente, poiché tutto avrà fine e tutto avrà compimento innanzi proprio a questa liberante parola che mai passerà, mai. E nell’andirivieni di quei pensieri che struggono l’animo dell’uomo che in combutta col sentimento vive in terra la sua brava battaglia, la sua ultima resistenza, ecco lo sguardo di un figlio posarsi sulla creazione dei cuori.
(21/11/2021)