Come una colomba che tuba e tuba nel suo tempo

Le porte sono avanzate
nelle trappole intrappolate dei giorni.
Perché piangete senza piangere,
ridete senza ridere,
nel luogo del delitto e dell’afflizione
e in quello dell’afflizione e del delitto?
Generazione ribelle alla pace, al bene,
ipocriti e mendaci,
serpi dall’aspetto trucido,
dediti essenzialmente ai piaceri della carne
e schiavi dei vostri idoli di panna e urina,
urina e panna,
cominciando dal sempre nuovo soldo,
il dio denaro:
non sapete che ciò
che oggi state ammassando
è il seme della maledizione
che già si trova in bocca ai vostri figli
non ancora partoriti
e che non vedranno mai la luce,
esattamente come i vostri padri?
Bestemmiatori, adulteri, ladri, corrotti:
ciò che emerge dai vostri volti,
nascosti all’albore della vita,
è la nefandezza, l’incongruità,
l’incoerenza, la facinorosità, la delinquenza,
ma avanti a tutto si erge lei,
la fame di potere, di successo.
E l’avidità con la quale vi trattate negli affari,
voi simili, è a dir poco allarmante:
un esempio concreto
di bellicosa mediazione,
un armistizio vile che non conosce pace.
State allargando il vostro stomaco
degustando la coda dei porci
prima del giorno
che vi è già stato annunciato.
E nulla fermerà lo scempio
dei vostri banchetti,
nessuno si occuperà
di asciugare dai piatti la vostra bava,
né di pulire le posate
insudiciate dalle vostre incestuose lingue,
genitrici dei più orrendi olocausti umani
nascosti o visibili ad occhi puri ed impuri,
poiché il male è male.
Ma ecco.
Così dice Dio, mio Signore.
Io renderò la vostra casa
un luogo deserto
dove perfino i maiali
avranno repulsione verso di essa
poiché si ricorderanno delle loro code
e della vostra bava.
Le carogne dei vostri idoli più segreti,
più nascosti,
avranno facoltà di maledirvi
e voi ricorderete, in quei momenti,
delle vostre lingue, dei vostri incesti,
ma sarà tardi:
gli olocausti parleranno ai vostri padri
e i vostri figli si tureranno le orecchie
mentre voi impallidirete
per la pazzia che sopraggiungerà
nei vostri pensieri ancora più squallidi
e innervati sempre di più
al fallimento totale
di ogni sensazione di pudicizia,
con il frutto della prostituzione
ben legato
tra le dita piagate
dalla nausea del piacere.
Andrete mendicando in eterno,
con le bestemmie cucite tra palato e lingua,
muti,
e le urla di tutti coloro che avete trucidato,
stramazzato,
diverranno campane infuocate
che non conosceranno tregua.
Implorerete alla sordità
ma essa non vi udrà. Sì. Essa non vi udrà.
Infine il male.
Come un ordigno dalla miccia mai spenta,
lo porterete con le vostre stesse mani,
per sempre,
in giro per gli stagni di ogni civiltà
rovinata dalla sua perdizione estrema
e sarete condannati a non farlo cadere,
pena la vostra stessa carne,
che così tanto si è lasciata imboccare
dalla madre di ogni perversione,
depravazione,
ad eseguita sentenza.
O voi, deturpatori di precetti
e di norme chiare
per una sana conduzione alla vita,
che chiudete le porte e aprite le catene,
che lasciate per terra
chi per terra rimanere non deve:
siete vendicativi
anche per ciò che non vi è stato mai fatto
e anche verso coloro che non esistono.
Ma la giustizia non è un percorso,
il diritto non è una via da percorrere,
e la pace,
la pace è uno stato di diritto
governato dalla giustizia.
Lamentati pure paese,
lamentati tu che dici:
mi hanno derubato i connotati dell’esistenza.
Poiché se questa infamia è grande
io ti dico che è pari al nulla
rispetto a ciò che sto per fare
verso quei paesi che nemmeno si lamentano.
Chi mi teme non ha forse per paese me, il Signore?
Ebbene,
io vi dico che la mia parola
è come la pioggia, è come il vento,
è come un sorriso,
una colomba che tuba e tuba nel suo tempo
con la velocità della folgore:
io la porto a compimento.
Così, ciò che ho detto è già scritto
e ciò che è scritto ho già detto.
Le porte sono avanzate
nelle trappole intrappolate dei giorni.
Verace è la parola e degna di ogni ascolto.

(26/01/2023)