Nel fiato illeggibile degli sguardi che scompongono in lauti riflessi bagnati i nostri preziosissimi confini abita la sostanza vivida di un’attesa mai percorsa da qualsivoglia elemento umano, corruttibile, che l’euforia immortale liquefa in mutazioni da identità presaghe nella devastante presenza della luce geofisica in tempo-spazi risucchiati dalla trascendenza – a immagine persistente della pura perfezione – di un logos così insostenibile, orbita che solleva la sua trasfigurata prosecuzione gravitazionale, quanto più si permea esso, per se stesso, alla compenetrabilità teofanica.
(27/04/2023)