Con la spada della giustizia

“Perfino gli sciacalli porgono le mammelle

e allattano i loro cuccioli,

ma la figlia del mio popolo è divenuta crudele

come gli struzzi nel deserto.”

(Lam 7, 3)

“Anche l’orrore s’è consunto.”

Nemmeno il ricordo

trova la sua dimensione corretta,

la speranza la sua corrispondenza originaria.

Dispersi entro il giogo della fame

e della sua insonnia

vaghiamo come iraci

persi nel mostruoso valico

delle soppressioni e delle crudeltà.

L’efferatezza è il nostro quotidiano affare,

per esso noi ci spogliamo

dei nostri diritti e della nostra dignità.

Abbiamo interessi che ci sovrastano

tanto che la nostra superbia

è divenuta la nostra prima carnefice.

Latte. Nessuno dà il latte

ai nostri bambini

poiché il seno delle nostre donne

è sempre più putrefatto

e mentre gli uomini cadono in guerra

la terra trema, il mare piange,

il mondo muore.

Noi aggiorniamo i nostri momenti

con il piacere dei potenti

e non ci destiamo più

da questo sonno profondo

che ha invaso le nostre anime.

L’offesa di uno è l’offesa per l’altro

e viceversa.

Ecco. È questo il lasciapassare

per il regno delle ombre.

E quante,

quante se ne stanno addormentate

a noi dinanzi.

Siamo più rapaci degli avvoltoi

e ci saziamo dell’altrui dolore,

di ogni mancata pace.

Possibile,

possibile che siamo tutti una trappola

finita nella sua stessa trappola?

E chi oserà per noi chiedere grazia,

perdono per i nostri misfatti,

se la lingua degli uomini

è sempre più attaccata al palato?

Non lamentiamoci.

Noi siamo un punto di vista,

ormai, di là del cielo.

Una disgraziata disgrazia.

Eppure io so,

io so che anche per la pace

c’è una giustizia

poiché la giustizia è, anzitutto,

regno di pace.

Presto, ben presto

laveremo i nostri figli innocenti,

a mani nude,

nel sangue dei più violenti cinghiali

e il ricordo ritroverà

la sua dimensione corretta,

la speranza bacerà

la sua corrispondenza originaria.

Vivremo uniti e saremo raggianti,

nei tramortiti giochi della fame

e della sua insonnia,

abbracciati l’uno alla felicità dell’altro

e canteremo ai nostri figli

del volto dell’amore,

nessuna nenia,

e le nostre donne saranno pure

e bianche più del latte.

Sì.

La pace ci feconderà a vita nuova,

con la spada della giustizia,

e nel fuoco battezzati

rinasceremo al mondo nuovo

con i battiti delicatissimi dell’amore

ed il respiro immerso nell’eternità.

(11/09/2023)