Minuto e destinato al pascolo del paterno gregge, considerato l’ultimo e dimenticato per il linguaggio crescente di un’eredità tutt’ancora da costituirsi alle generazioni future, ebbe in dono il favore del Signore che lo volle re di tutti i popoli della terra, come aveva promesso per bocca dei suoi profeti. Battezzato con la medesima unzione che solamente i patriarchi avevano conosciuto gli fu rivelato, da quel momento, attraverso l’azione dello spirito, la grazia della riconoscenza nella manifestazione di una forza intellettiva e di visione vincitrice in guerra. Piacque al Signore la sua fede e non lo ritenne mai un servo bensì un suo consacrato. Gli giurò una discendenza senza fine dalla quale sarebbe spuntato un germoglio che avrebbe redento il mondo, l’Unigenito Figlio. Espresse poeticamente in canti e inni il suo amore per il Signore, suo Dio, versi imperituri che oltrepasseranno la sua discendenza. Il Signore non lo punì severamente quando si macchiò di una grave colpa poiché aveva giurato su se stesso in suo favore. Gli concesse, alla fine dei suoi giorni, un riposo sereno e, anche se conobbe la corruzione del corpo come ogni uomo, lo rese immortale alla memoria di ogni popolo e di ogni nazione. Quando il Signore si mostrerà in tutta la sua gloria anche il suo consacrato, Davide, si prostrerà davanti al suo Signore affinché il Signore sieda alla sua destra prima di porre tutti i suoi nemici nella polvere e poi a sgabello dei suoi piedi.
(20/01/2022)