Dal settentrione del mio volto spargo luce. Qual distacco di una riprovata esistenza turbata dalla maturità dell’anima, come un rivolo del quale nessuno sa donde nasce e perché mai a morire la fonte sua provvede, ecco il mio sempre lucido pensiero che forte in ogni battaglia lascia deragliare attorno, nel tutto intorno a sé, perfino l’attimo più gravido, immobile. Ed è questo ciò che libera intimamente, verso le elevate soglie della povertà e della mitezza, l’invulnerabilità del mio spirito nel tuo sembiante anelito creante mutevolezza e vita e che ci congiunge, delta e foce di un andare in divenire, all’immensa perpetuità d’un bacio che lascia arrendere ai miei i tuoi sorrisi.
(26/05/2022)