Di là del Golgota
A spingermi, a farmi circoscrivere quel mirifico momento. Una meditazione disumana, specie di una tutta danza che avrà il suo lutto in primavera. E viaggia come una missiva, breve, solitaria e dal vento baciata, questa figura di donna, nient’altro che silente, che otterrà l’amore, certo, dopo aver lasciato corpo e lacrime al potere più grande, alla giustizia più imbarazzante, invadente. Il mio augurio di legno, inoltrato tra terra e aria, sulle fragili coppe lacerate dall’acqua di Babilonia, di là del Golgota.
(09/01/2020)