Non esisteva la pioggia.
Quale tempo migliore per stabilire un’alleanza primeva che consolidasse quella massa uniforme rappresentante l’amore insuperato nella perfezione totale della intera creazione? Era l’asciutto cielo, dunque, al pari del volto che non sussisteva poiché al tempo era stata concessa la misura stessa del tempo. Una polla d’acqua, sgorgante dal suolo, irrigava tutta la terra, tuttavia non v’era traccia di vegetazione, ed il germoglio non era compiuto né lavorato dalla tempesta. Allora, poiché non v’era nessun essere vivente che potesse lavorare ai fianchi stretti della terra, Dio pensò e fu l’uomo, plasmato con la polvere del suolo, tratta dunque dal fango. Col suo alito, soffiando nelle narici dell’uomo, diede inizio al suo disegno divino, vivente nell’essere. E fu l’Eden, ove fu collocato l’uomo, e nel suo ventre v’era incubata la pioggia, figlia della prima generazione. Prima, però, diede ad ogni nome il nome.
(10/02/2021)