Dove il tarlo coabita con la vipera

Hanno costruito sassi con le case dei terremotati e si sono rimpinguati il ventre con la sabbia delle relative macerie allargando, così, le loro ingordigie e facendo dei rubati portafogli una cassaforte di rapina e di menzogna, dove il tarlo coabita con la vipera e le uova di quest’ultima non invecchiano poiché non si schiudono al gelo delle tenebre. Poi hanno proclamato per i calamitosi eventi un lutto di sei giorni, tanti quanti sono stati clamorosamente chiamati a giudizio da una comunità che per prima trasgredisce ogni regola dinanzi a un popolo infelice e incoerente, reso infermo da quattro infermieri clandestini che lo opprimono nelle stanze della pubertà e della continenza. Oh città, paesi, terre dal non udito, certamente converrete tra voi, quando gli assassini si mescoleranno ai vostri figli e viceversa, che è molto meglio rinnegare ogni innocenza, ogni giustizia, pur di salvaguardare quei sassi costruiti con le case degli infanticidi. Sarà quello il tempo nel quale il tarlo dalla sua preferenziale abitazione traslocherà in un palazzo di emergenza, così come la covata della vipera troverà la sua oceanica via d’uscita. Quel giorno i vostri posteri racconteranno ai propri avi la contesa cronaca del presente, col veleno agli occhi e a corrotti denti, dai cimiteri internazionali dello scandalo i quali saranno lapidati – senza mani – dalla sabbia, dalle ossa e dalla cenere.

(01/02/2023)