E ora quell’innocenza, privata del latte, sputa vetriolo

Non io v’introdurrò nelle stanze del presente e dell’assunto. In verità siete ciò che di più attinto è stato intinto in voi dall’irrevocabile. Oh, aritmie dei tempi! Sinestesie precedute dalle membrane storiche della scrittura. Quanto desistere v’è in voi, oggi, o uomini di tanta maleficenza, e quanta anaffettiva consunzione soffoca il vostro già desueto vivere. Elaborati e rapaci, siete ciò che l’infimo non percepisce come proprio e, al tempo stesso, ciò che l’insaziabile tutto tende alla coesione tirannica di ogni cosa pur di lasciarsi esplodere tra le strette virtù dell’oppresso poco, il sottinteso fecondo e buono che rende libero l’uomo attraverso il sapere ed il bello. E quale gioia potrà mai eguagliare in voi l’analgesica fame di potere, o tossico-cavalieri da camere mortuarie, o frange despote di corroborati strati di servizi-nascosti alla mercé dell’ignoto guadagno, chiamati a martellare la testa del soldo che nulla muove e tutto gira eppure, inclinato sulla destra ora, adesso sulla sinistra, sul tavolo minato della negazione di ogni diritto conclamato e soppresso dal metodo sempre più progressista e allucinogeno per fenomenizzare ogni popolo? Non esiste parola per indicare all’uomo la vostra vera via poiché non esiste via in voi, tantomeno il concetto del vero potrà giammai appartenervi. Siete l’emulazione del male, l’incarnazione dell’anti-uomo che si fa interesse per il proprio e per l’altrui alto interesse. Siete coloro i quali non si vedono e si dicono, i filantropi dei già benefattori, gli ultimi legatari delle volontà innocenti e i firmatari primi di innumerevoli testamenti. Organizzati e uniti avete sollevato l’innocenza a sistema globale del vostro consapevole assalto alla umanità intera. E ora quell’innocenza, privata del latte, sputa vetriolo.

(25/12/2022)