Nell’anno venticinquesimo della duemillesima età, al terzo mese, il giorno ventiseiesimo del mese, alla dodicesima ora di un giorno trascorso a metà, la parola del Signore è scesa su di me, in questi termini. Figlio dell’uomo, volgi il tuo sguardo verso l’albero che hai dinanzi. Tu ci vedrai ciò che gli altri non vedono. La sua stagione sta per terminare. Dal finimento io traggo ogni compimento. Tu, figlio dell’uomo, avanza nel mio precetto e non aver timore. Oggi ti rendo mio monte per il mio messaggero. Questo salirà su di te e, volgendo lo sguardo sull’umano tramonto, gli concederà parola. La mia!
Vi siete perduti nella traduzione dell’essenziale,
lasciando consapevolmente
che si manifestasse l’erroneità
anziché la correttezza e,
praticando la legge con ogni sorta di ingiustizia,
oggi proseguite
con l’opera di iniquità pronunciata,
fin dai tempi antichi,
dai vostri predecessori.
Promulgate editti
che conducono alla sofferenza mentale, fisica,
inaridendo, di fatto,
tutto ciò che ambiva alla floridezza,
o insabbiando ossa già fiaccate
nei dimenticatoi delle vostre chiacchiere,
tra disarmanti e ignominiosi consessi.
Il sangue versato sembra non avere nome,
dignità, età.
Eppure, l’innocenza.
Già.
Questo stato di diritto
che previene ogni stato di fatto
per la sua naturale affiliazione al creato,
alle creature, dunque alla creazione,
non deve che lasciarvi sgomenti.
Agite tra gli uomini come tali,
ma nella vostra astuta perversione
vi dimostrate peggiori delle bestie,
con la differenza che queste sono nate tali,
voi, invece, andate imbastardendovi, l’un l’altro,
senza provare alcuna vergogna.
La pietà è un sentimento che non vi appartiene,
la compassione è la vostra quotidiana bestemmia,
e l’amore è la vostra più grande guerra
nella quale andate immergendo,
con sovrana costanza, ogni vostro malaffare.
Il potere che dimostrate,
e che effettivamente vi attribuite
col consenso non solo dei vostri adepti fedeli,
non vi appartiene.
È infatti un potere illusorio, il vostro.
Ha la facoltà, sì, di inaridire ossa,
di far scorrere fiumi di sangue,
ma lo possedete perché siete, anzitutto,
dei grandi assassini.
E soprattutto dei ladri.
Chi di voi crede che la sua potenza,
la sua grandezza, derivi, tutta o in parte,
dalla sua personale potenza,
grandezza, traduce erroneamente l’essenziale,
lasciando così che si manifestino
i decreti di ingiustizia e di belligeranza
a scapito dei popoli tutti,
voi che andate tradendo, anzitutto,
le nazioni nei loro uomini, nel loro nome.
Eppure, l’innocenza.
Scorre il sangue, veloce,
rapido come una saetta,
e nessuno, nessuno lo ferma.
Ecco.
Io sono colui che sembra non avere nome, né età,
ai vostri occhi, nelle vostre menti.
Oracolo del Signore.
Io sono la sostanza
che voi andate spargendo di qua e di là
dai recinti offesi dell’esistenza.
Voi perseguitate il sangue,
perseguitate l’innocenza.
Oggi è il giorno sfavorevole, per tutti voi.
Ecco il sangue che percorre la via,
veloce più di una saetta;
nessuno, nessuno lo può fermare,
scorre a fiume,
ed è lui adesso che vi precorre.
Oracolo del Signore.
Voi avrete calamità impensate fino a ieri.
Avrete terrore nelle vostre case,
un terrore che già da ora
andrete sottovalutando
affinché si renda giustizia ai deboli,
ai poveri, agli inermi, agli innocenti.
Una giustizia larga
come larghi sono i miei anni
e piena, piena come il nome mio ne è pieno.
Voi andate offendendo me, ad ogni istante,
nel vostro essere bestemmia.
Ecco.
Io non chiamo in giudizio soltanto voi.
Io cito, prima di tutti,
coloro i quali avrebbero dovuto lealmente,
con amore e dignità filiale, servire me.
Questi serpenti a due code
hanno sperso il mio gregge
e vanno dilaniandolo,
dilapidando le sue nobili sostanze.
A questi uomini, a queste donne,
a questa generazione di sanguisughe,
io chiederò conto
del sangue versato perfino da Abele.
Oracolo del Signore.
Anch’essi si sono perduti
nella traduzione dell’essenziale
lasciando emergere l’erroneità della legge
che non io ho dato, non io ho promulgato,
non io ho concesso.
Ingiustizia è la parola corretta.
Coniugata con stragi senza fine,
inaridendo ossa
e moltiplicando sofferenza verbale, fisica e spirituale.
Come quando un leone esce per cercare la sua preda
e la trova, e non la sbrana.
Io mi comporterò così.
Ho leonesse e leoncelli da sfamare.
Oracolo del Signore.
Scorre a fiume la via
ed ora è tempo di ora.
Scorre a fiume la via
prima di un divenire mare.
Io vi ho dato un tempo.
Proseguirete con l’opera di iniquità pronunciata,
fin dai tempi antichi,
dai vostri predecessori.
Finché io mi dimostrerò a voi
con l’ira che avete sparso per i miei monti
e farò giustizia della sovrana giustizia.
In quel giorno,
riconoscerete che io sono il Signore.
Inutilmente.
Beato chi cammina per la mia via con cuore integro
e la segue fedelmente.
Guai a chi cammina per altre vie
e persevera nelle sue condotte empie.
Ma più di tutti, oracolo del Signore,
non sono né uomini né bestie, agli occhi miei,
coloro i quali
si sono avvicinati a me con cuore doppio.
La loro fine non ha fine.
Sarà come un urlo di terrore
che dovrà cibarsi, eterno,
di un costellato di suprema certezza,
la mia primavera in tempesta.
Adesso, figlio dell’uomo, volgi il tuo sguardo verso l’albero che hai ancora dinanzi. Tu ci hai visto ciò che gli altri non vedono. La sua stagione sta per terminare. Dal finimento io traggo ogni compimento. Esattamente come è per la mia parola.
Oracolo di Dio, mio Signore.
(26/03/2025)