Stamane mi si è impresso uno stanco silenzio tra le labbra, un sigillo che dell’anima mia è linfa ed equazione di stabilità. Le mie membra eseguono il pentagramma della dicotomia in simbiosi eterea con il vertice del respiro, lì dove posa la mia parola. E a nulla io tendo lo sguardo. Le mie pupille non sono altro che la trasposizione in divenire del moto sospeso di un elevato spazio dell’attimo per le infinite durate di pure visioni.