Nulla di ciò che sento
è terminato ieri
né mai comincerà domani.
Come un cataclisma
che si scatena di là del mondo
così oggi mi avverto,
raggiante prima vertebra del cosmo.
E quanti di questi profondi respiri
che hanno il loro congedo dall’adesso
tornano a te intatti
e ancor più pieni d’esistenza,
di vitalità,
nonostante il tempo
li abbia esauriti
nel suo vasto consesso di luci bianche,
di puerpere atmosfere,
di spazi espansi.
Come uomo io ti cerco
perché altrove possa trovarti,
lontano da questo fragile sé
che ovunque vai conquistando,
amato fin da principio,
fin sul seno della rugiada.
Donami la gratuità
che conviene e appartiene ad ogni istante
cosicché possa essere approvato,
per gratuità di dono,
dalla natività dell’aurora
e possa dissigillarmi così
nel mare abbondantissimo
di ogni suo colore
come tua meraviglia
ed essere un anelito di appartenenza
nell’inafferrabile spirito
che ci ha destinati uniti,
più che vicini.
D’improvviso una voce.
Nel mio petto arde una fiamma
che non si spegnerà.
Il giorno volge al suo tramonto.
Sarò fuoco.
Sì. Sarò acqua e terra,
aria e docilmente fuoco,
in questa notte di cieli interminati
quando vorrai ancora
del pane versato e del vino spezzato per me,
amore.
(08/09/2023)