Fondamento della Iosofìa
“Ho detto tutto. Che tutto ho detto”
“È scritto tutto che tutto è scritto”
L’effluvio della Sapienza, sgorgando nel mare delle rinunce intellettuali, s’incarna come fonte assoluta dello stesso Verbo, divenendo unica luce di ciò che dell’umanità è concepito come io, in una rigenerata vergine comunione dello spazio e del tempo.
Riflessa nel riflesso del non riflesso, è la dominatrice che ama lasciarsi dominare, l’immisurabile pretesa che si lascia pretendere dal misurato, la di se stessa sposa e di colui/colei che riesce a sorprenderla sul filo azzurro ‘dell’oltre noi – siamo noi – oltre noi’, nel rispetto reciproco dell’unica legge che regola detto sublime rapporto: la fedeltà costante della fedele costanza. La perfezione seconda che può vantarsi d’essere il fondamento di se stessa, senza vantarsi della perfezione, del fondamento e di se stessa.
L’Irriproducibile, esistente dal tempo prima di sempre, e l’Increata, utilizzata per il fondamento della Creazione Suprema.
Sede d’ogni conoscenza, quando sceglie il suo sposo, per questi, da quell’eletto momento, non v’è altra ragione che la ragione della sua sposa nella sua conoscenza: Mistero della Fede, reciprocità partorita prima d’ogni spazio e dell’umano tempo.
L’illimitato che, del limitato, l’aperto confine diventa.
La Iosofìa, principio del suo principio, madre e figlia di se stessa, sposa semprevergine dell’Unità. Colei che talvolta senza dire ti dice: e adesso parliamo dell’uomo!
– 2007 –