Geometricità dell’assenza invalicabile
Ombre carnivore, ricaricabili,
mai sazie del loro secolo tardo,
con i loro vaneggiamenti blindati
tumulano il labbro inverso
e già livido
della rena settembrina.
Sorgive, acque boreali
profumano di avveramenti serafici
le atmosfere rapite, dimenticate,
sorvolando gli ascessi putridi
delle invernate ragioni.
In questo covo intenso
di losche misture e partiture
e di muggii umani sempre più magri
si denudano i pensieri stopposi
delle gemelle adultere, prepotenti,
davanti ai moti fanciulleschi dell’infamia
ben concepiti da tentacoli seriali
mentre a inumidirsi di polvere e di sangue
sono le implose speranze dei poveri.
Oh, ingenuità fatali! Ottenebrate disugualità.
Come sciami paralleli di inoppugnabili lacrime
si proiettano con il guizzo indecifrato della folgore
nei profanati alveoli dei sottodimensionati cuori
per dare voce e respiro
a questa frazione di tempi sigillati, l’ultima,
cacciatrice e preda della sua figlia più fedele:
l’iper lustrata catastrofe.
(19/09/2024)