Gioia. Quale e quanta quando avanzasti nell’anima mia

Gioia.
Quale e quanta
quando avanzasti nell’anima mia,
finanche nella mia carne,
senza crear scompenso invano.

Già, io che da tempo
ero annoverato tra i dimenticati,
tra chi non è più,
tra chi nemmeno tra i morti
avrebbe potuto trovare giusta requie;
io, insulto per i miei vicini,
per i miei parenti,
per i miei amici,
passato tra i trapassati,
vivente per dare un monito ai giusti,
ai retti di cuore, ai poveri in spirito.

Ma tu che hai a cuore il misero
e non disdegni il povero,
tu che non lasci inascoltata
la preghiera di chi con animo sincero ti invoca
ti sei ricordato, nella tua misericordia,
del tuo servo, del figlio della tua ancella,
e mi hai risollevato dalla terra,
quella terra che non polvere sul mio capo adagiava
ma l’insulto della tenebra,
l’avvelenata cenere dello scherno,
l’umiliante sputo delle genti.

O solenne e vasta pace,
ho dato luce, suono, ascolto,
passo, speranza e parola,
in te ho rinnovato gli uomini,
annunziando loro la tua gloria.

Ecco. Beato chi intenderà il mio sacrificio
e lo metterà in pratica.
Beato colui che pur non vedendomi
crederà donando la propria vita.
Beati quelli che nel mio nome
si spoglieranno di loro stessi
facendosi ultimi nel mondo
e primi per il prossimo.
Beati tutti quelli che saranno giudicati,
oppressi, perseguitati, ammazzati,
a causa della loro fede, della mia parola.

Oh Padre, che metti alla prova gli uomini
affinché anche in loro la tua gloria sia piena
nell’uguaglianza e nel mistero della pace,
fa che io possa fare ritorno primo e ultimo lì, dov’ero,
prima che il mondo fosse, nel tuo amato bacio.

(20/09/2021)