«Insorgi, spada, contro il mio pastore,
contro colui che è mio compagno.
Oracolo del Signore degli eserciti.
Percuoti il pastore e sia disperso il gregge,
allora volgerò la mano anche contro i suoi piccoli.
In tutto il paese
– oracolo del Signore –
due terzi saranno sterminati e periranno;
un terzo sarà conservato.
Farò passare questo terzo per il fuoco
e lo purificherò come si purifica l’argento;
lo proverò come si prova l’oro.
Invocherà il mio nome e io l’ascolterò;
dirò: “Questo è il mio popolo”.
Esso dirà: “Il Signore è il mio Dio”.»
(Zc 13, 7-9)
Fu così poiché così è. Non viceversa, no. All’inopportuno, all’insensato parve l’inesatto ascendere del grido ammalato di un popolo, percosso dalla verga del vignaiolo assai violento e infame, verso l’otre asfissiato del cielo cupo e padrone della vite e del suo mosto avariato. A chi dirò, a chi proclamerò l’accadimento aberrante che dimostrerà, più che all’oggi al domani, quel frutto colante parole scarlatte inebriate dalle fiamme della mia stessa spada? Io, io solo mi addosserò i loro mali poiché io, io solo li ho provati. Sarà una lunga notte dal dolore non più estraniato, non più distante dalla cupidigia del passato poiché ogni tempo sarà nuovo davanti a tutte le nazioni che hanno infangato il sangue della mia volontà nel disimpegno delle loro nefandezze. Io li farò voltare nei loro escrementi e proveranno piacere del vomito commissionato a sfavore degli innocenti, degli indifesi. Ecco. Nel giorno che io ho creato, nella dimensione erratica che fonderà la mente di un’intera classe di generazioni, ai feriti nell’anima, ai vinti nel cuore, ai dispersi nel corpo, ai violentati nello spirito, io annuncio una parola, ancora una, di speranza e di consolazione. Porterò sul mio petto coloro i quali hanno disprezzato la vita per onorare la stessa e sulle mie spalle alzerò coloro tutti che sono stati olio e lanterne, al tempo e nel contempo, per tutte le traviate nazioni. Come un gregge che ritrova il suo pastore, come un passero che ritrova la via del nido, io radunerò dai quattro venti e dalle quattro terre, dai quattro emisferi e dai susseguenti elementi, i miei figli senza l’ausilio dei venti, delle terre, degli emisferi e degli elementi. Guai, guai a voi però che avete spalancato le porte delle mie labbra, le fauci della mia ira. Sfacciate esistenze, i vostri figli godranno della mia vittoria anche quando non avrò alcun riguardo per il pentimento loro. Guai. Guai a voi.
(24/02/2022)