– Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto,
i cieli, e non v’era luce. – (Ger 4, 23)
L’addizione della visuale, casomai posseduta,
non è solo l’elaborata presenza bensì rappresentazione semplificata.
Si presti pensiero alla terra e al cielo.
In luogo della prima ecco un niente compresso nel vuoto.
In luogo del secondo ecco un silenzio d’oscurità oppresso.
Eppure qui siamo la digià presenza oltre la di noi rappresentazione.
Che vi sia, forse, un dove in attesa di un tempo in trasporto?
Scheggia, seppur intima, dell’elemento fenomenologico.
(19/02/2019)