Guardo l’uomo innanzi al suo lutto d’essere
Guardo l’uomo nel suo sfinito stupore, nella sua processata meraviglia, nella sua sprezzata speranza, nel cordoglio vile e ipocrita che lo annichilisce innanzi al suo lutto d’essere, di sopravvivere, e più non mi sorprendo. Io che sono l’ultima voce del mio passato, io che incarno l’avvento della parola avvenuta nel suo avvenire, soggiungo ad un dolore che rende vuoto, futile, il pensiero e l’opera di chi si compiace delle sue atroci follie. Oh, estraniamento della coscienza! Nelle armate cellule dei pensieri più miserabili finanche il ladro da fogna non vuole riparo poiché il tarlo asfissiato vi ha eretto dimora.
(14/06/2022)